Questa è la mia nuova piantina di rosmarino...
Durante il trasloco purtroppo non mi è stato possibile portare via alcuna pianta dalla vecchia casa e quindi poco alla volta sto ricostruendo il mio angolo verde da zero. Il rosmarino è stata la prima che ho acquistato poiché è una delle mie aromatiche preferite: oltre ad essere preziosa in cucina, è una pianta officinale dai mille usi ma soprattutto è amica delle api, preziose per l’impollinazione.
È un arbusto che dà molte soddisfazioni perché è piuttosto semplice da coltivare, e le informazioni che seguono non vogliono essere un trattato scientifico o agronomico sul rosmarino, ma solo una raccolta delle cose che ho imparato nel corso degli anni e che mi sembra utile conoscere.
Iniziamo presentandolo come si deve, per nome e cognome: il Rosmarinus Officinalis è un arbusto sempreverde che appartiene alla famiglia delle Lamiaceæ.
Ha un’unica specie ma moltissime varietà, 49 se non ricordo male, sia spontanee che frutto di selezioni, che si distinguono per portamento (eretto, ricadente, strisciante o tappezzante), colore dei fiori (lilla, blu, azzurri, bianchi, rosa) e dimensione delle foglie.
Il rosmarino si può coltivare sia in vaso che in piena terra e necessita di poche cure: cresce bene in suoli poveri e sassosi, se piantato in piena terra non richiede solitamente innaffiature perché le sue radici scendono in profondità nel terreno alla ricerca dell’umidità (per questo è una pianta adattissima per i terreni in pendenza che vogliamo sostenere per evitare che franino), ma in periodi particolarmente secchi o in zone siccitose è bene integrare l’apporto idrico con moderate innaffiature quando il terreno è completamente secco. La pianta in vaso invece va annaffiata con moderazione ma con regolarità quando il terreno è asciutto, l’importante è evitare i ristagni d’acqua.
La maggior parte delle varietà di rosmarino sopporta bene il freddo invernale anche se parte dei getti più giovani si bruciano un po' con le gelate (in questo caso basta eliminare le parti rovinate): essendo una pianta mediterranea infatti soffre le temperature troppo rigide, anche se alcune varietà selezionate resistono anche a oltre 20 gradi sotto lo zero, di conseguenza in inverno in zone particolarmente fredde può essere utile - ma non indispensabile - proteggere le piante ricoprendo il terreno con un abbondante strato di cortecce, che hanno anche il vantaggio di impedire la crescita delle erbacce.
Se la pianta è coltivata nello stesso luogo per molti anni, qualcuno suggerisce di effettuare una leggera concimazione all'inizio della primavera, ma sinceramente in 20 anni non mi è mai capitato di dover concimare il rosmarino, che ha sempre prosperato nonostante le mie inesistenti cure.
Il rosmarino si può riprodurre per talea, seme o divisione della pianta. La riproduzione mediante talea è senz’altro il sistema più semplice e dal risultato (quasi sempre) certo: è sufficiente prelevare in primavera le talee di circa 15 cm da piante sane e vigorose non in fioritura e piantarle in terriccio misto a torba e sabbia, oppure in acqua, dopo aver eliminato le foglie basali.
Le talee devono essere mantenute umide con uno spruzzatore, specialmente nelle giornate più calde, e tenute in un luogo fresco e riparato finché avranno messo radici, che spunteranno in 2/3 settimane, dopodiché potranno essere trapiantate in vasetti di 8 cm di diametro, cimando (cioè eliminando la cima della talea) per stimolare l’emissione di rami laterali e tenendo le piantine in posizione riparata in attesa della messa a dimora.
Quando invece si acquista il rosmarino in vaso, sarà necessario trapiantarlo entro poche settimane in un vaso di terracotta (materiale che permette all'eventuale umidità in eccesso di evaporare) che abbia un diametro più ampio di 2/3 cm e che andrà posizionato in pieno sole o a mezzombra, al riparo dai venti gelidi.
Se coltivato in vaso, è consigliabile trapiantarlo ogni primavera in un vaso di qualche cm più grande in modo da dare spazio alle radici, che sono piuttosto vigorose.
Per favorire l'infoltimento della pianta, in primavera vanno cimati i getti principali: così facendo si potrà anche evitare di potare la pianta, che non ama le potature drastiche.
La raccolta per il consumo immediato si effettua al bisogno durante tutto l’anno, mentre la raccolta per la conservazione va fatta durante la stagione estiva, prelevando sia le foglie che i fiori, che vanno essiccati rapidamente per mantenerne l’aroma e poi conservati in vasi di vetro.
Questo è quanto per ora… buona coltivazione!
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